Famiglia, separazione, divorzio
Ci sono aree del diritto nelle quali le espressioni tecniche sono, a volte, oscure e sconosciute. Ci sono, invece, altri territori nei quali il lessico ci appare, in ogni senso, familiare e, per così dire, naturale… genitori, padre, madre, figli, eredità, ma come ogni ambito del diritto, anche quello di famiglia è attraversato da tensioni, dalle scosse di una società in continuo cambiamento.
Le semplici parole già note non bastano, ne occorrono altre, più tecniche e adeguate. Prove della filiazione, riconoscimento, affidamento del figlio nato fuori dal matrimonio, pacs, adozione, single, unioni civili, comunione e separazione legale dei beni, matrimonio tra persone dello stesso sesso, convivenza, convenzioni matrimoniali, fondo patrimoniale.
Un intero universo di diritto ed affetto, che richiede cura e professionalità quanta ne richiede il più complesso dei contratti.
In egual maniera più o meno tutti sappiamo cosa sono separazione e divorzio e conosciamo, più o meno approfonditamente, come queste situazioni di crisi familiare possano presentarsi sotto diverse forme e molteplici aspetti.
Le parole che popolano questo territorio le conosciamo. Separazione consensuale, omologazione, accordi a latere, assegno di mantenimento, trasferimenti in favore della prole, separazione giudiziale, intollerabilità della convivenza, ascolto del minore, grave pregiudizio, casa coniugale, redditi, assegnazione in comodato, assegno alimentare, tenore di vita, capacità lavorativa durata del matrimonio, convivenza more uxorio, riconciliazione, divorzio, assegno divorzile.
Si verificano, alle volte, separazioni “tranquille” nel senso del mantenimento tra gli ex coniugi di un tono freddo (come in ogni rottura traumatica) ma civile; ci sono vicende più agitate o addirittura ribollenti. Traumatiche separazioni guerreggiate.
Spesso accade che siano coinvolti figli e, sempre, patrimoni.
C’è, dunque, da affrontare un momento di transizione, spesso, estremo dal punto di vista psicologico e, proprio per questo, è necessario mantenere lucidità, freddezza, fermezza.
La posta in gioco non è, infatti, soltanto il superamento di un “momentaccio” ma la riorganizzazione, la rivoluzione, di un’intera esistenza, rivoluzione che coinvolge spesso figli, se minori con ulteriori implicazioni, parenti, immobili, mutui, imprese, e che introduce tutti gli attori all’interno di uno scenario che, poco o tanto, ne modifica la condotta di vita.
Su questo sentiero, il cammino giuridico non è mai scontato e ritenere che siano sufficienti le famose “quattro parole” nell’accordo di separazione consensuale è – probabilmente – una semplificazione narrativa di una parte della separazione a danno dell’altra.
Questo è ciò che occorrerebbe avere sempre, sempre, presente.
Ecco. Su questo terreno, al di fuori delle – inutili – semplificazioni, puoi trovare persone che sono già state in questi luoghi, hanno visto, hanno “parteggiato” mantenendo l’equilibrio ed il distacco che è necessario quando tu equilibrio e distacco non hai.
Persone capaci di riconoscere anche non i segni di una crisi ma l’occasione di un nuovo inizio, con premesse rinnovate, con il giusto supporto di professionisti, mediatori e psicologi, che collaborano con lo studio; ma persone capaci, anche, di cogliere i preoccupanti allarmi di situazioni che si profilano già drammatiche ed alle quali bisogna mettere rimedio immediato.